Ne La Battana, rivista trimestrale di cultura, numero 84, edita a Fiume – giugno 1987, appaiono delle poesie in lingua italiana, tutt’ora non pubblicate in raccolta, dal titolo Ghiri&simili: liriche che l’autrice ha poi rimaneggiato nel tempo. Qui ve le proponiamo parzialmente tratte dalla rivista istriana.
I
Nello scannatoio quel pezzo di sole
/l’acqua dell’ Isonzo ci strappò le caviglie
con ciottoli lunghissimi di sangue/
da allora non vi feci più ritorno
da ragazza bambina.
Nello scannatoio quel pezzo di sole
/l’acqua dell’ Isonzo ci strappò le caviglie
con ciottoli lunghissimi di sangue/
da allora non vi feci più ritorno
da ragazza bambina.
II
Voglio guardarmi!
/la carrozzina è un nido di serpi/
Nello specchio ho solo diciott’anni
mi sono profumata di anestetico
ma
nella piazza di sant’Antonio
puzzo
come una bambola di trent’anni.
/Pizzo ingiallito
mucchio di spazzatura/
Voglio guardarmi
quando
i primi gabbiani mi schiacciano
contro il ghiaccio della panchina..
Voglio guardarmi!
/la carrozzina è un nido di serpi/
Nello specchio ho solo diciott’anni
mi sono profumata di anestetico
ma
nella piazza di sant’Antonio
puzzo
come una bambola di trent’anni.
/Pizzo ingiallito
mucchio di spazzatura/
Voglio guardarmi
quando
i primi gabbiani mi schiacciano
contro il ghiaccio della panchina..
III
Posso pensare soffrire
/le ombre della Stazione Marittima/
sognare no!
Portano male!
/la nave è una balena bianca
piena di lacrime/
intendevo i sogni.
Ma la bora spacca la pelle
ancora come allora
invidio le piccole emigranti
di trent’anni fa.
Posso pensare soffrire
/le ombre della Stazione Marittima/
sognare no!
Portano male!
/la nave è una balena bianca
piena di lacrime/
intendevo i sogni.
Ma la bora spacca la pelle
ancora come allora
invidio le piccole emigranti
di trent’anni fa.
IV
Abbiano smesso appena in tempo
perché
sei diventato il centro
delle mie morti
iniziate leggendo Prevert
/ libri accatastati come motorini
e foglie secche/
Le morti ora sono spalancate
come pustole di cemento
/nell’Acquedotto c’è qualche buca
di tanto in tanto/
riverenti
all’occasionale funzione
del signore in blu.
Abbiano smesso appena in tempo
perché
sei diventato il centro
delle mie morti
iniziate leggendo Prevert
/ libri accatastati come motorini
e foglie secche/
Le morti ora sono spalancate
come pustole di cemento
/nell’Acquedotto c’è qualche buca
di tanto in tanto/
riverenti
all’occasionale funzione
del signore in blu.
V
La scogliera del golfo
ha ucciso
srotolando sassi
/ le piume del gabbiano di latta/
i ciottoli occultano le paure.
Nascondo sempre me stessa
in via del Monte:
/ il cielo è soffocato dalla croce!/
…e dal fischio verde che si spacca sulla diga.
Aggrappiamoci.
La scogliera del golfo
ha ucciso
srotolando sassi
/ le piume del gabbiano di latta/
i ciottoli occultano le paure.
Nascondo sempre me stessa
in via del Monte:
/ il cielo è soffocato dalla croce!/
…e dal fischio verde che si spacca sulla diga.
Aggrappiamoci.
VI
Inchiodata dentro la metà del ghiro
travestito da cavallo
divento intima di tutta una maledetta umanità
di ghiri.
Inchiodata dentro la metà del ghiro
travestito da cavallo
divento intima di tutta una maledetta umanità
di ghiri.
….
IX
La mia camicia da notte
è una macchia di granata
nella carne
sento il sapore del vino del giorno
dopo
sono ovunque una dimenticata
La mia camicia da notte
è una macchia di granata
nella carne
sento il sapore del vino del giorno
dopo
sono ovunque una dimenticata
X
Ho dodici anni
le mutandine di cotone
/il colore di una razza estinta/
altro non so.
Nel letto affondo nel proibito
pizzo di bambola- occhi di vetro
/rimpicciolisco nella tua bocca/
sparisco nella profondità
dei grumi di cotone.
Ho dodici anni
le mutandine di cotone
/il colore di una razza estinta/
altro non so.
Nel letto affondo nel proibito
pizzo di bambola- occhi di vetro
/rimpicciolisco nella tua bocca/
sparisco nella profondità
dei grumi di cotone.
…
XVIII
Non mi accarezzi il viso
dischiudi una porta per qualche cosa
che non afferro
/Piazza Ponterosso urla
nello sguaiato pulsare dei fantasmi/
Appoggio il capo negli ormeggi spiegati
annerendo raucamente.
Non mi accarezzi il viso
dischiudi una porta per qualche cosa
che non afferro
/Piazza Ponterosso urla
nello sguaiato pulsare dei fantasmi/
Appoggio il capo negli ormeggi spiegati
annerendo raucamente.
Nel numero 89 de “La Battana” (settembre 1988) sono pubblicate ben 17 poesie della Camillucci. Si tratta delle stesse liriche in dialetto che poi saranno raccolte sotto il titolo “Rampigada dentro”.
Qui ne riportiamo solo una: ”Un sogno”
Linzioi rosa
come
el tuo viso
e
cocai de cristalo
tra le finestre
e
onde blu
tra le coverte
e noi rampigai
co’ l’anima insanguinadain un sol fior de fogo.
come
el tuo viso
e
cocai de cristalo
tra le finestre
e
onde blu
tra le coverte
e noi rampigai
co’ l’anima insanguinadain un sol fior de fogo.
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